La Sierra Leone ha un significato speciale nella storia della tratta degli schiavi transatlantica. La sua capitale, Freetown, fu fondata nel 1787 come casa per ex schiavi rimpatriati da Londra e dalle Americhe. Situata su una penisola costiera, la città si affaccia sul porto della Sierra Leone, il terzo porto naturale più grande del mondo. Il paese è caratterizzato da un clima tropicale umido. Le precipitazioni annuali variano da 1.900 mm nel nord-ovest a oltre 4.000 mm sulla costa, il che rende la Sierra Leone il paese più piovoso dell’Africa occidentale. Il suo paesaggio comprende una zona costiera pianeggiante con paludi di mangrovie. Una vasta pianura si estende nell’entroterra che si trasforma in colline boscose e un altopiano interno intervallato da alte montagne boscose a est. La vegetazione del paese è molto complessa e caratterizzata da una matrice di macchie di foresta, boschi, savane e terreni coltivati. L’economia della Sierra Leone deriva dalle sue ricche risorse naturali, ma si sta ancora riprendendo da una guerra civile che ha distrutto la maggior parte delle istituzioni prima di terminare all’inizio degli anni 2000. L’agricoltura, in quanto occupazione primaria, impiega due terzi della forza lavoro e rappresenta il 66,8% del prodotto interno lordo (PIL) del paese (CIA, 2013). La Sierra Leone possiede anche notevoli risorse minerarie, in particolare il minerale di ferro, e negli ultimi anni ha fatto affidamento sull’estrazione mineraria per la sua base economica. Inoltre, il paese è tra i maggiori produttori di titanio e bauxite, uno dei principali produttori di oro e tra i primi dieci paesi produttori di diamanti.
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