Per la maggior parte, la rimozione dei calcoli renali attraverso un’ureteroscopia potrebbe essere una procedura scomoda ma tollerabile.
Per circa il 20% dei pazienti, tuttavia, la procedura di trattamento di una pietra e di posizionamento di uno stent ureterale temporaneo – per contrastare il gonfiore e consentire il passaggio dell’urina dal rene alla vescica – è agonizzante. Uno studio condotto presso il Dipartimento di Urologia della UW Medicine esaminerà il motivo.
L’ureteroscopia è una procedura in cui un piccolo ambito viene inserito nell’uretra e avanzato alla vescica e ai reni. Permette all’urologo di trovare la pietra e rimuoverla. Una volta completata la procedura, il medico spesso posiziona uno stent temporaneo nell’uretere, tra il rene e la vescica; questo aiuta a drenare piccoli frammenti residui e si pensa che aiuti l’uretere a guarire, ha detto Jonathan Harper, urologo presso la University of Washington School of Medicine.
“Per alcuni, il posizionamento (dello stent) è quasi intollerabile. Non comprendiamo appieno chi è a rischio di sintomi gravi, cosa li scatena o perché “, ha detto Harper.
Lui e i colleghi di alcuni altri centri medici mirano ad arruolare 400 pazienti su il prossimo anno. I primi 40 iscritti saranno sottoposti a una valutazione più approfondita delle loro esperienze. Completeranno questionari giornalieri sui sintomi urinari e dolorosi e saranno sottoposti a test sensoriali del dolore. I ricercatori sperano che le informazioni risultanti li aiutino a prevedere quali pazienti non tollereranno uno stent.
“Se riusciamo a identificare i pazienti ad alto rischio di sintomi gravi e le visite al pronto soccorso, potremmo quindi studiare l’uso di farmaci o consulenza comportamentale per affrontare il dolore in futuri studi clinici “, ha detto Harper.
Durante lo studio, verranno raccolti campioni di urina e sangue per stabilire un biorepository nazionale. I ricercatori sperano che questa banca di dati alla fine identificherà biomarcatori infiammatori in modo che i medici possano prevedere quali pazienti reagiranno negativamente agli stent.
I pazienti interessati possono trovare maggiori informazioni qui.
Questo progetto è finanziato dall’Istituto Nazionale di Diabete, Digestivo e Kidney Diseases and the Urinary Stone Disease Research Network.
Contatto per i media: Barbara Clements, [email protected], 206-221-6706.