Esiste una corretta etichetta per come ci rivolgiamo ai nostri Dirigenti della Chiesa. Per cortesia, tutti i cattolici dovrebbero avere familiarità con queste forme di discorso. Anche se viviamo in un mondo sempre più informale, tali buone formalità aiutano a renderci rispettosi dell’autorità appropriata.
Il prossimo nella gerarchia arriva il Cardinale. Una persona saluterebbe un cardinale, ad esempio il cardinale Keeler di Baltimora, dicendo: “Vostra Eminenza” o “Vostra Signoria” (che è molto britannico). Nell’indirizzare una lettera al cardinale Keeler, si scriverebbe “Sua Eminenza, William Cardinal Keeler, Arcivescovo di Baltimora” con il saluto, “Vostra Eminenza”, “Eminentissimo Cardinale” o “Mio Signore Cardinale”.
Ultimamente, alcune persone invertiranno l’ordine delle parole, dicendo “Cardinal William Keeler” invece di “William Cardinal Keeler”. L’ordine formale delle parole ha avuto origine nel tempo in cui i cognomi non erano comuni, ma gli individui erano conosciuti per occupazioni o addirittura luoghi. Ad esempio, “John, the Smith” (o Blacksmith) alla fine divenne “John Smith”. La stessa evoluzione si è verificata con i cardinali: quello che sarebbe stato “William, il cardinale” ora sarebbe, con l’uso dei cognomi, “William Cardinal Keeler”.
Un altro diversivo interessante per noi riguarda un Patriarca. I patriarchi sono cardinali ma hanno la precedenza onoraria su un cardinale. Ad esempio, il patriarca di Gerusalemme è l’arcivescovo Michael Sabbah. Una persona lo salutava dicendo: “Vostra Beatitudine”. Nell’indirizzargli una lettera, si scriverà “Sua Beatitudine, Michele Sabbah, Il Patriarca di Gerusalemme” con il saluto: “Sua Beatitudine”.
Sia un Arcivescovo che un Vescovo sarebbero stati salutati come “Vostra Eccellenza” o “Vostra Grazia” (ancora una volta molto inglesi). Ad esempio, si saluterebbe il vescovo Loverde come “vostra eccellenza”. Scrivendogli (per esempio, su quanto apprezzi questa colonna – sto solo scherzando), indirizzereste la lettera “Reverendissimo Paul S. Loverde, vescovo di Arlington”, con il saluto: “Eccellenza”.
Anche se alcune persone oggi informalmente si avvicinano al vescovo Loverde e dicono, per esempio, “Bishop, come stai?” si dovrebbe giustamente dire: “Mons. Loverde, come sta?” oppure “Eccellenza, come sta?” Proprio come una persona non si avvicinerebbe mai a Papa Giovanni Paolo II e direbbe semplicemente: “Papa, come stai?” il titolo dell’ufficio, in questo caso “vescovo”, non dovrebbe essere usato in un indirizzo senza l’articolo determinativo o il nome proprio.
Prima delle riforme del Concilio Vaticano II, alcuni Monsignori avevano la distinzione di “Monsignore Reverendo di destra” o “Monsignore Reverendo”. Tali distinzioni non si fanno più tra i Monsignori, ad eccezione di alcuni membri della Casa Pontificia e di coloro che prestano servizio in uffici speciali della Curia vaticana.
Infine, veniamo al sacerdote. Sarebbe stato accolto semplicemente come “Padre”, il che riflette la sua paternità spirituale verso coloro che sono affidati alle sue cure in virtù del Sacramento dell’Ordine Sacro. Una lettera a lui sarebbe stata indirizzata, “Il Reverendo William P. Saunders”, per esempio, con il saluto, “Caro Padre Saunders” o “Reverendo e Caro Padre Saunders”. Alcuni “Padri” vengono anche chiamati formalmente “Molto Reverendo” quando hanno un dovere speciale; per esempio, a padre Frank Ready, il decano di Deanery II, si sarebbe rivolto “The Very Reverend Frank Ready”.
Sebbene questa recensione non sia esaustiva di tutti gli uffici della Chiesa, sono stati presi in considerazione i principali. Ulteriori informazioni possono essere trovate nell’Official Directory for the Diocese of Arlington and The Church Visible di James Charles Noonan, Jr.