Definizione del termine tecnico
Flusso piroclastico
Un flusso piroclastico si riferisce a un fenomeno in cui pezzi di lava calda, pomici e cenere da un’eruzione vulcanica scorrono giù per la collina fluttuando nel gas vulcanico caldo generato.
In generale, la temperatura di un flusso piroclastico è di 100-1000 ℃ e la sua velocità è di 10-100 m al secondo o più. Una combinazione di alta temperatura, alta velocità e un grande volume di sedimenti provoca gravi danni alle aree di scorrimento. Pertanto, anche tra i disastri legati ai sedimenti causati dalle eruzioni vulcaniche, i flussi piroclastici sono temuti come uno dei fenomeni più mortali che hanno impatti devastanti sia sugli esseri umani che sulle case. Come altri corpi fluenti che scorrono verso il basso per gravità, i flussi piroclastici scorrono lungo aree topograficamente basse, ma scorrono facilmente su creste basse perché la loro velocità è così alta.
In termini di struttura, il flusso piroclastico è approssimativamente diviso nello strato inferiore (valanga di detriti) e nello strato superiore (tempesta di polvere), come mostrato in Fig. 1. Lo strato inferiore è un flusso denso composto da sedimenti di dimensioni relativamente grandi. Lo strato superiore è un flusso a bassa densità composto principalmente da cenere vulcanica di piccole dimensioni che scende dalla collina fluttuando nel gas vulcanico turbolento.
Figura. 1 Flusso tipico di un flusso piroclastico
Fig. 2 Generazione di flussi piroclastici (di Macdonald)
Sia lo strato inferiore che quello superiore sono ad alta temperatura e ad alta velocità. Il flusso piroclastico una volta era chiamato flusso di clastici vulcanici, ma oggigiorno viene utilizzato il nome abbreviato “flusso piroclastico”.
Nella vulcanologia, viene chiamato un flusso piroclastico con un volume di massa di 100.000-100 milioni di m3 un flusso piroclastico su piccola scala. Come mostrato in Fig.2, questi flussi piroclastici su piccola scala sono classificati approssimativamente in tre tipi in base alla loro origine: a) generati dal collasso gravitazionale non esplosivo di una cupola di lava (tipo Merapi), b) generato dalla frattura parziale e caduta di una cupola lavica a causa di un’eruzione vulcanica (tipo Pelée) ec) generata dal crollo della fontana di una colonna eruttiva dopo un’eruzione vulcanica (tipo Soufriere).
* Tradotto da Journal of Japan Sabo Association, Sabou to Chisui, Vol.81, p.98, 1991