Nel 1937 si iscrisse all’Università dell’Alabama, alla facoltà di legge. Quell’anno i suoi genitori morirono e lui unì i suoi studi alla boxe amatoriale. Si laureò nel 1942 entrando a far parte dell’esercito nell’aeronautica militare per partecipare alla seconda guerra mondiale nelle operazioni nel Pacifico. Tuttavia, una malattia nell’aprile 1943 lo tiene in grave pericolo di morte e Wallace non continuerà nell’esercito. Nel 1946 fu eletto per la prima volta al parlamento dell’Alabama nelle file del Partito Democratico.
Funzionari di polizia hanno interrotto i manifestanti nella marcia di Selma.
Nel 1962, dopo la sua sconfitta nel 1958, fu eletto governatore dello stato e respinse qualsiasi intesa sulla domanda dei diritti civili e della politica anti-segregazione. Il 14 gennaio 1963 pronuncerà la frase che passerà alla storia riguardo alla segregazione razziale: “segregazione ora e segregazione sempre”. L’11 giugno dello stesso anno, ha espresso la sua opposizione alla politica di integrazione razziale presso l’Università dell’Alabama nei media nazionali, ponendola come una sfida all’allora presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy, in occasione del l’applicazione della delibera giudiziaria che obbligava l’Università ad iscriversi e consentire la frequenza alle lezioni Vivian Malone e John Hood. Il suo atteggiamento politico lo portò a lasciare il Partito Democratico e candidarsi alla Presidenza degli Stati Uniti per l’Indipendent American Party nel 1968 senza successo. Nel 1970 fu nuovamente eletto governatore dell’Alabama. Nel 1972, di nuovo nelle fila del Pd, riprovò a fare carriera presidenziale e, ancora, nel 1975, sempre senza successo. Wallace, un ardente sostenitore della segregazione razziale durante gli anni ’60, fu ferito da Arthur H. Bremer, un giovane sulla ventina, durante una manifestazione elettorale il 15 maggio 1972 a Laurel, nel Maryland. Wallace lasciò la corsa per la nomination democratica e trascorse il resto della sua vita su una sedia a rotelle.Nel 1979 e per la prima volta si pentì pubblicamente dei suoi atteggiamenti razzisti, inviando lettere a diversi leader americani dei diritti civili. È stato nuovamente eletto governatore nel 1982.