La fine della “funzione segue la forma”

Prendi l’iPod Shuffle. Come ci si potrebbe aspettare di indovinare cosa fa quella minuscola scatola di metallo guardandola? Non ci sono indizi che suggeriscano che potrebbe riprodurre musica. Come la maggior parte degli altri dispositivi digitali, lo Shuffle è (letteralmente) un’imperscrutabile scatola di trucchi. I designer di Apple hanno concepito l’ultimo modello come un sottile scherzo sulla scomparsa di “la forma segue …” È così piccolo, la metà delle dimensioni del suo predecessore, che potrebbero avere la stessa forma di uno di quegli spilli che si agganciano all’abbigliamento. Ciò significa che la forma di Shuffle riflette una delle sue funzioni, sebbene quella molto minore di attaccarsi a una giacca, ma non dà alcun indizio sul suo ruolo più importante di memorizzare e suonare centinaia di canzoni.

A parte gli scherzi, la dislocazione di forma e funzione ha posto una nuova sfida per i progettisti: come aiutarci a far funzionare prodotti digitali sempre più complessi. Nei vecchi tempi in cui la forma seguiva la funzione, si poteva indovinare più o meno come usare un oggetto dal suo aspetto. Ma la nostra capacità di capire come scaricare e riprodurre musica su uno Shuffle è in gran parte determinata dalla qualità del design del software che lo gestisce: “l’interfaccia utente” in linguaggio geek, o “UI” Se “U.I.” è ben progettato, dovresti essere in grado di utilizzare il dispositivo in modo così intuitivo da non doverci pensare. Ma se è progettato male, il processo sembrerà così confuso che probabilmente ti incolpererai per aver fatto qualcosa di sbagliato.

Immagine

L’iPod Shuffle. Credito … Apple Store

Ecco perché la prima ondata di U.I. i progetti cercavano di rassicurarci utilizzando riferimenti visivi a oggetti familiari per aiutarci a far funzionare quelli digitali. Prendi le tastiere delle macchine da scrivere sui computer e i controller per videogiochi modellati sui pad del telecomando della TV. Man mano che la nostra fiducia è cresciuta, U.I. il design è diventato più sofisticato, sempre più legato al nostro comportamento fisico, piuttosto che agli oggetti.

Un punto di riferimento è la console di gioco Wii di Nintendo, che viene gestita replicando i movimenti che faremmo se giocassimo sul serio: dallo sparo con una “pistola” al colpire una “pallina da tennis” con una “racchetta”. Un altro è l’iPhone di Apple, che ha sostituito la tastiera tradizionale con uno schermo sensibile al tocco che ottiene un effetto simile al Wii rispondendo ai movimenti naturali delle nostre mani. Lo stesso vale per le migliaia di applicazioni, o “app”, inventate per l’iPhone, principalmente da programmatori dilettanti. Negli ultimi nove mesi sono state scaricate oltre un miliardo di app e una delle ragioni della loro popolarità è che si sentono così istintive. Un esempio è “Brushes”, l’app da $ 4,99 con cui l’artista Jorge Colombo “ha disegnato” la copertina dell’edizione del 1 giugno di The New Yorker sul suo iPhone creando strati digitali di “vernice” con le dita, proprio come se fosse facendo pennellate su una tela.

Leave a Reply

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *