L’Impero Mughal sotto Akbar 1605

Abu’l-Fath Jalal-ud-din Muhammad Akbar, noto come Akbar o talvolta Akbar il Grande, era il terzo imperatore Mughal. Nel 1556, in seguito alla morte di suo padre in un incidente, Akbar salì al trono sotto un reggente, Bairan Khan, fedele mentore del giovane imperatore e fidato alleato, che contribuì ad espandere e consolidare i domini Mughal. La reggenza terminò nel 1560 con Akbar che assunse il pieno potere. Il suo impero si sarebbe poi esteso a tutta l’India centro-settentrionale, a sud fino al fiume Godavari e a nord fino all’Afghanistan e all’Asia centrale. Le dimensioni, la ricchezza e la popolazione dell’Impero Mughal fecero sì che la sua influenza si estendesse su quasi tutto il subcontinente. Akbar stabilì un sistema di amministrazione centralizzato in tutto l’impero e perseguì una politica di conciliazione e diplomazia con gli stati e i governanti di recente costituzione attraverso accordi matrimoniali. Ciò creò pace e ordine in un impero culturalmente diversificato, in cui incoraggiava la lealtà sfruttando il suo status quasi divino. Akbar morì il 27 ottobre 1605 circa dopo un attacco di dissenteria; durante il suo regno la natura dello stato si è evoluta in una società liberale laica e inclusiva con un’enfasi sull’integrazione culturale.

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