Primo libro di Enoch, chiamato anche Libro etiope di Enoch, opera pseudoepigrafica (non inclusa in alcun canone delle Scritture) la cui unica versione completa esistente è una Traduzione etiope di una precedente traduzione greca fatta in Palestina dall’originale ebraico o aramaico.
Enoch, il settimo patriarca nel libro della Genesi, fu oggetto di abbondanti apocrifi letteratura, soprattutto durante il periodo ellenistico del giudaismo (dal III secolo a.C. al III secolo d.C.). In un primo momento venerato solo per la sua pietà, in seguito si credeva che fosse il destinatario della conoscenza segreta di Dio. Questo ritratto di Enoc come visionario è stato influenzato dalla tradizione babilonese del 7 ° re antidiluviano, Enmenduranna, che era legato al dio del sole e ricevette rivelazioni divine. La storia di Enoch riflette molte di queste caratteristiche del mito babilonese.
I Enoch è una raccolta di diverse opere separate, la maggior parte delle quali apocalittiche. La sua parte più antica è l ‘”Apocalisse delle settimane”, scritta poco prima della rivolta dei Maccabei del 167 aC contro i Seleucidi. Altre sezioni, in particolare quelle che trattano di speculazioni astronomiche e cosmologiche, sono difficili da datare. A causa delle sue opinioni su messianismo, celibato, e il destino dell’anima dopo la morte, parti di I Enoch potrebbero aver avuto origine o essere state influenzate dalla comunità essena di ebrei a Qumrān. Tuttavia, non sono stati trovati frammenti della parte più lunga dell’opera (capitoli 37-71) Gli scritti di Qumrān, il che ha portato gli studiosi a teorizzare che questa sezione sia stata forse scritta nel II secolo d.C. da un ebreo cristiano che desiderava impregnare le proprie speculazioni escatologiche con l’autorità di Enoch e ha aggiunto il suo lavoro a quattro più antichi scritti apocrifi di Enoch.
I Enoch fu inizialmente accettato nella Chiesa cristiana ma in seguito escluso dal canone biblico. La sua sopravvivenza è dovuta al fascino di gruppi cristiani marginali ed eretici, come t a Manichea, con la sua miscela sincretica di elementi iraniani, greci, caldei ed egiziani.