L’Oriente e l’Occidente sono stati due centri di influenza nel corso della storia cristiana. Mentre prima esisteva una divisione informale, nel 1054 furono formalmente emesse scomuniche reciproche, rompendo così le relazioni e causando scisma. Diversi tentativi di guarigione dell’unione hanno avuto luogo, in particolare al Secondo Concilio di Lione e al Concilio di Firenze, che alla fine non hanno avuto successo. L’unica riconciliazione che è stata ottenuta è nella creazione delle Chiese cattoliche orientali, che sono anche un punto di sconcerto per coloro che sono rimasti ortodossi orientali.
Scisma e allontanamento Modifica
La divisione territoriale orientale e occidentale
Il “Grande Scisma” connota la rottura incessante della comunione tra le famiglie cattolica e ortodossa. Gli storici della scissione hanno tradizionalmente, seguendo le orme di Edward Gibbon, riconosciuto nel 1054 lo spartiacque della rottura relazionale tra le sfere orientale e occidentale del mondo cristiano. In questo senso, lo scisma può essere inteso come un evento; le reciproche scomuniche emanate nel 1054. L’idea di una rottura definitiva è stata, tuttavia, messa in discussione da studiosi più contemporanei, che minimizzano l’importanza di questa data specifica.
Questa ripartizione, tuttavia, fu il culmine di un processo di allontanamento che si è svolto nei secoli precedenti. Pertanto, lo scisma può anche essere giustamente inteso come un processo in corso di separazione tra l’Oriente greco e l’Occidente latino che inizia intorno all’anno 900.
La causa principale dello scisma è spesso riconosciuta nelle differenze ecclesiologiche. In particolare, la crescente pretesa del vescovo di Roma alla giurisdizione universale. La preminenza di questo fattore, tuttavia, è un punto fortemente contestato; con numerosi studiosi che attribuivano invece maggiore importanza ai disaccordi teologici o politici.
Non sorprende che il rapporto immediatamente successivo allo scisma fosse di animosità, considerando che Agostino diagnosticò l’origine morale dello scisma come “odio tra fratelli” . Il fenomeno dell’alienazione culturale tra l’Occidente latino e l’Est greco è cruciale per comprendere il rapporto storico tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa. La differenza era, per esempio, pronunciata nella lingua delle rispettive sfere. Di conseguenza la comunicazione divenne più tesa e diverse opere seminali non furono tradotte da entrambe le parti.
Ciò portò a una divisione nella tradizione teologica in entrambi gli ambienti. I teologi orientali si affidarono maggiormente al lavoro della filosofia greca, mentre in Occidente fu il romano sistema di diritto che permeava le menti dei teologi. Una delle principali divergenze emerse riguardava la natura e la funzione della Chiesa: clesiologia. La rottura relazionale fu evidenziata anche dalla controversia sul filioque, dove Roma nel 1014 inserì la clausola “e il Figlio” (filioque in latino) per descrivere la processione dello Spirito Santo nel Credo niceno. Gli ortodossi sostengono che questa modifica sia stata fatta in violazione del Canone 7 del Concilio di Efeso.
Secondo Concilio di LioneModifica
Il Secondo Concilio di Lione nel 1274 fu un tentativo di riconciliazione indetto da Papa Gregorio X. Il concilio era presente oltre 300 vescovi, che hanno discusso l’unione d’Oriente e d’Occidente. Papa Gregorio X ha celebrato la Messa per la festa di Pietro e Paolo a cui hanno partecipato entrambe le parti. I Greci hanno concesso la contestata clausola Filioque, che ha permesso di raggiungere momentaneamente la riunificazione. Tuttavia, fu solo di breve durata, perché mentre l’imperatore Michele VIII Paleologo era entusiasta della riunione, il clero orientale era in gran parte contrario alle decisioni del consiglio. Pertanto, quando suo figlio Andronikos II Paleologo successe come E imperatore, ha ripudiato l’unione.
Concilio di Firenze Modifica
Concilio di Firenze
Il Concilio di Ferrara-Firenze nel 1438-1445 fu lo sforzo storico più notevole verso il raggiungimento dell’unità ecumenica. La Chiesa occidentale ha inviato lettere ai loro omologhi greci entusiasti della futura unità. Si sono riuniti con l’intento di un accordo dottrinale e di porre fine allo scisma. I greci presenti alla fine accettarono la clausola filioque, così come la prospettiva latina sull’eucaristia, il purgatorio e il primato papale.
La bolla di unità, Laetentur Caeli, portò a una riunificazione completa; proclamato dai rappresentanti di tutte e cinque le sedi patriarcali. L’evidenza dell’unità è stata vista in modo più sensazionale nella partecipazione reciproca alle liturgie, così come nel crescente apprezzamento per le rispettive tradizioni patristiche.
Sfortunatamente, questo fu di breve durata, a causa della decisione degli ortodossi orientali di rifiutare successivamente l’unione, spinti dai sentimenti anti-occidentali della classe inferiore. Insieme all’antagonismo era in corso un disaccordo su quelle questioni teologiche trattate nel Concilio: il filioque, il purgatorio e il primato papale. Gli ortodossi sostenevano che Firenze non doveva essere considerata un valido Concilio ecumenico, in quanto non seguiva il metodo tradizionale. In definitiva, Firenze servì a evidenziare l’enorme difficoltà dell’unificazione.
Chiese cattoliche orientaliModifica
Nonostante il fallimento di Firenze, le relazioni furono abbastanza forti nei secoli successivi. Le Chiese cattoliche orientali sono emerse da un movimento che cercava di entrare in piena comunione con il Papa, pur conservando elementi delle loro pratiche liturgiche tradizionali e delle regole canoniche. Esiste una serie di Chiese cattoliche orientali tra cui (ma non solo):
- Chiesa greco-cattolica melchita
- Chiesa greco-cattolica ucraina
- Syro- Chiesa cattolica malabarese
- Chiesa cattolica caldea
- Chiesa maronita
- Chiesa cattolica armena
- Chiesa cattolica siro-malankarese
Molti ortodossi hanno criticato quello che chiamano peggiorativamente “uniatismo”, come un metodo inadeguato per sanare la scissione. Il principale teologo ortodosso e vescovo Kallistos Ware ha descritto questo approccio dei cattolici, in particolare della Compagnia di Gesù, come una “politica del cavallo di Troia”. In effetti, l’arciprete Vladislav Tsypin ha persino affermato che oggi questo è il fattore principale che impedisce agli ortodossi e ai cattolici di promuovere migliori relazioni. Quelli a favore degli uniati, generalmente cattolici, vedono queste chiese come un ponte tra le due comunità cristiane che si sta adoperando per la piena riunificazione. Tuttavia, dopo il Concilio Vaticano II, la Chiesa cattolica ha preso le distanze dall’uniatismo come approccio per trovare un’unità duratura.