Gli scrittori usano la giustapposizione in letteratura, teatro e poesia. Un esempio ben noto è il paragrafo iniziale di A Tale of Two Cities di Charles Dickens:
Era il periodo migliore, era il peggiore dei volte, era l’età della saggezza, era l’età della follia, era l’epoca della fede, era l’epoca dell’incredulità, era la stagione della Luce, era la stagione delle Tenebre, era la primavera della speranza , era l’inverno della disperazione, avevamo tutto davanti a noi, non avevamo niente davanti a noi, stavamo andando tutti direttamente in Paradiso, stavamo andando tutti nell’altra direzione – in breve il periodo era così lontano come il periodo presente, che alcune delle sue autorità più rumorose hanno insistito affinché fosse ricevuto, nel bene o nel male, solo nel grado di confronto superlativo.
L’intera introduzione è basata su il potere della giustapposizione per far comprendere al lettore le sfumature dei singoli elementi in modo più chiaro. Chiede anche loro di considerare perché gli esseri umani sono così attratti dalle polarità. Inoltre, l’intera opera giustappone le sue due ambientazioni principali, Parigi e Londra, per esplorare ciò che ha portato alla Rivoluzione francese.
La giustapposizione è anche al centro del poema epico di John Milton, Paradise Lost, dove Dio e Satana sono i personaggi principali. Milton mette a confronto le loro qualità e storie per spiegare perché Dio è la giusta autorità su tutte le cose. Mostra Dio che crea il paradiso, l’inferno e la terra. Al contrario, Satana è guidato dall’arroganza e proclama in modo famoso: “Meglio regnare all’Inferno che servire in Paradiso”.
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