Shel Silverstein (Italiano)

Shel Silverstein, per intero Sheldon Allan Silverstein, (nato il 25 settembre 1930, Chicago, Illinois, USA – morto il 10 maggio 1999, Key West, Florida ), Fumettista americano, autore per bambini, poeta, cantautore e drammaturgo meglio conosciuto per i suoi versi leggeri e i suoi cartoni animati eccentrici.

Negli anni ’50 Silverstein disegnava per la rivista militare Stars and Stripes mentre prestava servizio in Giappone e Corea, e ha anche contribuito a Playboy. Ha creato il libro di disegni per adulti Now Here’s My Plan: A Book of Futilities (1960) prima di dedicarsi alle opere per bambini. I suoi primi sforzi, scritti sotto il nome di Uncle Shelby, includevano ABZ Book di Uncle Shelby: A Primer for Tender Young Minds (1961) e Who Wants a Cheap Rhinoceros (1964). Tra i suoi personaggi memorabili c’erano il protagonista in La storia di Lafcadio di zio Shelby, il leone che sparò (1963); il ragazzo-uomo e l’albero in The Giving Tree (1964), la sua opera in prosa più famosa; e il cerchio parziale in The Missing Piece (1976). Falling Up (1996) è stata l’ultima raccolta illustrata pubblicata prima della sua morte nel 1999. Runny Babbit: A Billy Sook (2015) e Runny Babbit Returns (2017) sono stati pubblicati postumi.

Silverstein, che è stato spesso paragonato al Dr. Seuss, ha usato luoghi come la terra di Listentoemholler e il castello Now. La sua prima importante raccolta di poesie, Where the Sidewalk Ends (1974), conteneva il popolare verso del titolo:

C’è un posto dove finisce il marciapiede
E prima del comincia la strada,
e là l’erba diventa morbida e bianca,
e là il sole brucia fulgidissimo,
e là l’uccello lunare si riposa dal suo volo
raffreddarsi al vento di menta piperita.

Le sue immagini hanno più che completato le sue parole. Ad accompagnare “The Edge of the World” c’è il disegno di una ragazzina che sbircia dal bordo di una sporgenza così sottile che un idrante antincendio, un cane, un cartello e un verme sporgono a metà. La copertina di A Light in the Attic (1981) mostra un ragazzo con una soffitta con finestre che forma la sommità della sua testa. Le parole di un’altra poesia formano il collo di una giraffa.

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Silverstein spesso evitava il lieto fine perché i bambini, ha detto, altrimenti avrebbero potuto chiedersi perché loro stessi non fossero altrettanto felici. Gli è stato attribuito il merito di aver aiutato i giovani lettori a sviluppare un apprezzamento per la poesia e i suoi versi seri rivelano una comprensione delle ansie e dei desideri comuni dell’infanzia. Silverstein ha anche scritto commedie in un atto, a volte lavorando con David Mamet, così come canzoni.

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