Dispositivi poetici

Letteratura del mondo occidentale

ENG 206

Termini e dispositivi poetici

Allitterazione : ripetizione di consonanti iniziali o mediali in due o più parole adiacenti. I suoni consonantici ripetuti all’inizio delle parole sono chiamati allitterazione iniziale. I suoni consonantici ripetuti nel mezzo o alla fine delle parole sono chiamati allitterazione interna. La ripetizione dei suoni vocalici è chiamata assonanza. La consonanza è una ripetizione di suoni consonantici.
Esempio: una foresta zibilla, silenziosa e solenne si trovava (James Thomson, “Il castello dell’indolenza”).

Allegoria: una narrazione in cui tutti (o la maggior parte) degli eventi, dei luoghi e i personaggi corrispondono sistematicamente agli eventi e ai personaggi in un contesto completamente diverso. Alcune allegorie elaborate possono avere più serie di corrispondenze contemporaneamente. I contesti in cui operano le corrispondenze possono includere quello religioso, morale, politico, personale o satirico.

Allusione: un riferimento, senza esplicita identificazione, a una persona, luogo o evento, o ad un’altra opera o brano letterario; esempi tipici sono allusioni bibliche e classiche.
Esempio: “Un Daniele venne in giudizio” (Shakespeare, Il mercante di Venezia).

Antimetabolo: ripetizione di stesse parole in clausole successive in ordine grammaticale inverso.
Esempio: si dovrebbe mangiare per vivere, non vivere per mangiare (Molière, L “Avare).

Apostrofo: indirizzo a una persona (reale o inesistente) o qualità astratta che non ascolta letteralmente
Esempio: Milton! dovresti vivere a quest’ora (Wordsworth).

Assonanza: ripetizione di suoni vocalici simili, preceduti e seguiti da consonanti differenti, nelle sillabe accentate di parole adiacenti (simile all’allitterazione ).
Esempio: un re vecchio, pazzo, cieco, disprezzato e morente (Shelley, “Sonnet: England in 1819”).

Chiasmus: inversione delle strutture grammaticali nelle clausole successive, ma non ripetere le parole (X, “il criss-cross”).
Esempio: di giorno il gioco e la danza di notte (Samuel Johnson, “The Vanity of Human Wishes”).

Consonanza: ripetizione di suoni consonantici identici con suoni vocalici diversi in parole adiacenti.
Esempio: ho sentito il battere dei piedini.

Dizione: si riferisce alla scelta delle parole del poeta in una poesia . Le parole variano nei loro livelli di astrazione e possiamo parlare di parole come concrete o astratte. Le parole variano anche nella loro formalità e alcuni generi, come l’epica e la tragedia, richiedono l’uso di un linguaggio elevato piuttosto che colloquiale o semplice. Le parole hanno anche definizioni (denotazioni) specifiche o dirette, nonché significati impliciti (connotazioni) associati al loro uso. Le connotazioni così come le denotazioni delle parole possono variare nel significato storicamente e geograficamente.

Epico: è un lungo poema narrativo il cui eroe è una persona nobile, le cui azioni dipendono dal destino di una nazione o di un popolo. Di conseguenza, i poemi epici tendono ad essere di importanza nazionale o addirittura cosmica. La dizione della poesia tende ad essere formale, elevata e decorosa. L’ambientazione dell’epopea è ampia e persino globale, poiché l’eroe intraprende viaggi che si svolgono nell’arco di molti anni, spesso decenni. Gli dei, indicati come la macchina epica, sono interessati e prendono parte attiva alla formazione degli eventi dell’epica. Diverse convenzioni epiche includono l’invocazione della musa da parte del poeta, un inizio in medias res (nel mezzo delle cose), battaglie epiche (a volte indicate come giochi epici), cataloghi (di navi, guerrieri, cavalli, ecc.), Consegna di impostare discorsi, armare il guerriero, eseguire rituali e (spesso) trasmogrificazione di un eroe morto nella sfera celeste.

Linguaggio figurativo: si verifica ogni volta che un poeta usa le parole in modi che deviano dal loro significato abituale .

Iperbole: l’uso di esagerazioni o esagerazioni per aumentare l’effetto.

Ironia: uso di una parola in modo tale da trasmettere un significato opposto al significato letterale della parola . L’ironia verbale si verifica quando le parole usate sono ironiche. L’ironia drammatica deriva dalla situazione. L’ironia cosmica si verifica quando una forza esterna, come il destino, sembra operare nonostante i migliori sforzi o le intenzioni di chi parla o di un personaggio. > Esempio: perché Bruto è un uomo d’onore; / Così sono tutti, uomini d’onore (S. hakespeare, Julius Caesar).

Metafora: confronto implicito tra due cose di natura diversa.
Esempio: gli ombrelloni vestono la spiaggia in ogni tonalità (Elizabeth Bishop).

Metonimia: sostituzione di qualche parola attributiva o suggestiva per ciò che si intende.
Esempio: parlare del monarca come “la corona”.

Onomatapoeia: uso di parole il cui suono riecheggia il senso.
Esempio: un twitter parlante tutto quello che avevano da cantare (Robert Frost , “La nostra forza di canto”).

Oxymoron: il giogo di due termini che sono normalmente contraddittori.
Esempio: perché allora, o rissoso amore! O amorevole odio! (Shakespeare, Romeo e Giulietta).

Paradosso: l’affermazione di un’apparente contraddizione.
Esempio: perché quando sono debole, allora sono forte (2 Corinzi).

Parallelismo: somiglianza nella struttura in una coppia o una serie di parole, frasi o proposizioni correlate.
Esempio: sono venuto, ho visto, ho conquistato (Cesare).

Parentesi: inserimento di qualche unità verbale in una posizione che interrompe il normale flusso sintattico della frase.

Personificazione: investire astrazioni per oggetti inanimati con qualità o abilità umane.
Esempio: la terra ha sete di pioggia.

Gioco di parole: un gioco di parole.
Esempio: il tuo argomento è valido, nient’altro che valido (Benjamin Franklin).

Domanda retorica: una domanda posta non allo scopo di suscitare una risposta, ma allo scopo di affermare o negare qualcosa in modo obliquo .

Simbolo: qualcosa che è se stesso e rappresenta o rappresenta anche qualcos’altro in virtù di associazione o convenzione; un’immagine estesa o archetipica.

Sineddoche: una parte (essenziale per il tutto o per la comprensione dell’argomento in discussione) che rappresenta il tutto.
Esempio: tutte le mani sul ponte.

Revisionato 7 febbraio 2006
Tamara O “Callaghan
Northern Kentucky University

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